L'AFFASCINATE STORIA DELLE NOSTRE NAVI ATTRAVERSO I DOCUMENTI
POSTALI |
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LA
DIVISIONE NAVALE DELL’AMERICA MERIDIONALE |
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Immagini e articolo del C. Amm. Aldo Gabellone (Socio del Gruppo di
Taranto) |
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Questa volta il
documento postale che ci guiderà nella rivisitazione storica di un
evento della nostra Marina, suppongo poco noto è una lettera spedita
dal Ministero della Marina, l’11 agosto 1868, e diretta al Comando
della Regia Divisione Navale dell’America Meridionale a Montevideo.
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Fronte e retro della lettera inviata
dal Ministero della Marina al Comando in Capo della Divisione Navale dell’America Meridionale, dislocato a Montevideo |
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Il timbro postale
che si legge, oltre a quelli di transito, è quello di Firenze, dove
dal 1865 si era trasferito, da Torino il Ministero
(1). |
Gli interrogativi ai
quali dare una risposta sono parecchi. |
Cosa spingeva, in
quel tempo, una Divisione Navale della nostra Marina nell’America
Meridionale ? |
Quale la sua missione e le Navi che la
componevano ? |
Per rispondere ai
predetti quesiti è necessario, procedendo con ordine, esaminare il
contesto storico, entro il quale ebbe origine la nostra storia.
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Fin dai primi anni
della metà ‘800, ebbero inizio le correnti migratorie degli
italiani, alla ricerca di migliori forme di vita e di sussistenza,
che il nostro Paese non era in grado di assicurare. |
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Regia Fregata di 1°
rango REGINA
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Fu impostata nel 1838 nei Cantieri Navali
di Castellammare di Stabia per conto |
della Marina Napoletana – Aveva un
dislocamento di 2.900 tonnellate |
L’apparato motore era costituito
da 3 caldaie ed 1 motrice alternativa
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Era dotata, per la propulsione
velica di 3 alberi a vele quadre e bompresso |
Armato con 50 cannoni da 8 libbre
– L’Equipaggio era formato da 164 uomini. |
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Queste correnti di diressero verso
tutti i continenti in particolare, verso quelle Regioni |
il cui clima, e abitudini di vita erano più vicine ai paesi
d’origine dei nostri emigranti. |
L’America Latina era
una di queste. |
I primi
flussi, che si diressero nel Cile e nel Perù furono i liguri. Essi,
come da loro tradizione si dedicarono, essenzialmente, alla
navigazione ed al piccolo cabotaggio. |
Il loro inserimento
fu immediato, favorito, soprattutto, dalla stabile situazione
politica nei due Paesi. |
Seguirono, a partire
dal 1861, i piemontesi, i lombardi ed i meridionali, indirizzandosi
principalmente nelle Regioni atlantiche dell’America Latina. |
Si pensi che nel
1867 gli italiani nell’America Meridionale erano 110.000 e nel 1871
200.000, sparsi fra l’Argentina, Paraguay ed Uruguay. |
La colonia italiana,
anche in queste Regioni si stava rapidamente affermando in tutte le
attività; i liguri detenevano il pilotaggio sui fiumi, con
imbarcazioni che iniziarono a battere bandiera italiana; i lombardi
si dedicarono al commercio ed i meridionali all’agricoltura ed
edilizia.
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Corvetta di 2° rango
ETNA |
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Fu impostata nel 1860 presso i Cantieri Navali di Castellammare
di Stabia, |
per conto della Marina Partenopea. Aveva un dislocamento
di 1.600 tonn |
Apparato
di propulsione basato su 2 caldaie ed una motrice alternativa
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Era
armata con 8 cannoni da 160 mm. lisci; 2 da 160 rigati e 2 da sbarco
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Equipaggio formato da 241 uomini |
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I collegamenti con la madrepatria
s’intensificavano favorendo la nascita di importanti |
agenzie d’importazioni ed esportazioni. |
Nell’America settentrionale
l’inserimento dei nostri emigranti fu piuttosto agevolata |
dall’ordinato rispetto delle leggi,
propri della cultura anglosassone degli abitanti, |
pertanto non era richiesta una
particolare vigilanza da parte del nostro Paese; erano |
sufficienti
le autorità Consolari. |
Nell’America Meridionale invece la
nostra comunità era costantemente in pericolo per il |
perenne stato di guerra, che affliggeva
quelle Regioni. Alcune poi, erano governate da |
feroci dittatori, che incuranti del rispetto di ogni legge
umanitaria provocavano vittime innocenti ed enormi danni alle
pacifiche e laboriose colonie straniere operanti in quei Paesi, fra
le quali la più numerosa ed indifesa era quella italiana.
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La scintilla che
provocò la deflagrazione di un sanguinoso conflitto fra il Brasile
ed il Paraguay, fu l’arrogante risposta del Governo uruguayano al
Brasile, che chiedeva un giusto indennizzo a favore dei suoi sudditi
per i danni e saccheggi subiti nel corso di una delle sommosse
(2). |
La guerra fu cruenta
e non risparmiò nessuno, persino gli adolescenti, dai 12 ai 15 anni,
furono inviati sui campi di battaglia mentre le donne e gli anziani,
nelle retrovie, venivano adibiti in compiti logistici.
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Il protrarsi di questa grave situazione
impose al nostro Governo, su insistente e pressante richiesta delle
Autorità Diplomatiche locali, di ordinare alla Marina
l’approntamento di una Divisione Navale, con il compito di
supportare, quale strumento operativo e con funzioni di deterrente,
le Autorità Diplomatiche. |
Fu deciso di
affidare il Comando in Capo (3)
del Dispositivo Navale, ad un Ufficiale Ammiraglio, nella persona
del Contrammiraglio Vincenzo Riccardi di Netro
(4). |
La missione
assegnata era quella di “ …proteggere i nostri connazionali e il
nostro commercio… accrescere la nostra influenza in quelle contrade
…rendere più pronta ed efficace l’azione dei rappresentanti locali
di S.M. …la più stretta neutralità dovrà essere osservata nelle
questioni che non riguardano il nostro Stato, ma quando nelle
continue lotte che agitano codeste contrade vi sono compromessi gli
interessi del nostro commercio e dei nostri connazionali, o vi è
impegnata una questione umanitaria, il Comandante della stazione
navale dovrà adoperare tutta l’influenza della nostra bandiera per
evitare tristi conseguenti e mitigare i danni che ne possono
derivare …” |
Le prime Navi che
costituirono la Divisione furono: |
-
Fregata ad elica REGINA, proveniente dalla Marina Partenopea; |
- Cannoniere ERCOLE, proveniente dalla Marina Partenopea,
VELOCE e ARDITA; provenienti dalla Marina Toscana; |
- Piroscafo armato PRINCIPE ODDONE, noleggiato sul posto; |
- Golette armate TRIONFANTE, BELLA EMILIA e NUEVA ROSITA,
anch’esse noleggiate. |
- Nel giugno 1867 si unirono il R. Piroscafo da Trasporto
CONTE DI CAVOUR e la Corvetta ETNA infine nel 1871 rinforzò la
Divisione la Cannoniera CONFIENZA. |
Appena giunto a
Montevideo, principale sede della Nave di Bandiera, l’Ammiraglio
Riccardi si trovò immerso in numerose vertenze, che le Legazioni
Diplomatiche del luogo, non riuscivano a gestire, soprattutto quelle
contro il Governo argentino. |
Inizialmente le
nostre Navi furono dislocate nei “punti chiave” dell’esteso
scacchiere operativo, che s’imperniava sul Rio de la Plata ed i
fiumi Paranà, Uruguay e Paraguay, sui quali, prioritariamente,
doveva essere garantito il libero traffico. |
All’epoca la
navigazione in quelle acque non era per niente agevole. La
cartografia nautica non era aggiornata; i fondali infidi, gli
approdi insicuri e le improvvise e violenti raffiche del “pampero”
(5) rendevano precari i
movimenti, sottoponendo gli Equipaggi in un continuo stato d’allerta
e di logorante tensione. |
Poi, per
economizzare il combustibile, doveva essere privilegiata la
navigazione a vela, che per le ragioni prima accennate la rendevano
difficoltosa, richiedendo al personale una maggiore vigilanza e
prontezza d’intervento. |
Insomma, per ben comprendere, si era
costretti a navigare in un perenne “1° grado d’approntamento”. |
Come primo provvedimento si rese necessario
inviare a Buenos Aires, la Corvetta ARDITA, in assetto di combattimento, per
cercare di risolvere alcuni problemi impellenti. |
Due
Mercantili italiani, partiti dal Paraguay con un carico di merci,
che le Autorità Portuali argentine ritenevano di contrabbando,
furono fermati nel porto. |
Il
Governo argentino chiese, in proposito, un esoso riscatto,
prontamente respinto dal nostro Console. |
Inoltre due Marinai della
Corvetta ERCOLE, mentre era in sosta operativa a Buenos Aires, erano
stati ingiustamente arrestati e malmenati. |
Ed
ancora, le Autorità Portuali argentine, senza avvertire il nostro
Console posero sotto sequestro il Brigantino italiano MARINETTA e
contravvenendo le leggi internazionali, in base ad una sentenza del
Tribunale, lo occuparono militarmente. |
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L’America Meridionale
con i fiumi Paranà, Paraguay e Uruguay sui
quali operò |
la Divisione Navale Italiana |
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Dopo lunghe ed estenuanti trattative il
Governo argentino riconobbe i suoi torti. Risarcì |
con un equo compenso i due Mercantili, liberò il brigantino MARINETTA
ed i funzionari |
di Polizia che operarono l’arresto dei
nostri due Marinai, furono sospesi dal servizio.
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Nello stesso periodo la Corvetta
ARDITA, comandata dal Luogotenente di Vascello |
Giuseppe Manfredi, fu inviata a
Rosario, per proteggere i nostri connazionali da una |
rivolta, che scoppiata a Mendoza si stava estendendo anche a
quella città. |
Al perdurare della sommossa fu
affiancata dalla Corvetta VELOCE, anche per assistere, |
con il proprio Medico, gli abitanti di Rosario colpiti da un
focolaio di colera. |
Terminata la sua missione la Corvetta risalì a
vela il fiume Paranà, ancorandosi a |
Montevideo, dopo avere trascorso
a Sacramento un periodo di quarantena. |
Nel 1868 la nostra Divisione, collaborò
con gli altri Comandi di Divisioni Navali europei, |
inviando un Gruppo da Sbarco per
tutelare le vite e gli interessi delle Colonie europee, |
durante l’insurrezione in seguito
all’uccisione del Presidente della Repubblica uruguayana. |
In quell’occasione l’Ammiraglio Anguissola,
quale più anziano dei Comandanti, assunse |
la direzione delle
operazioni. |
Ancora l’ARDITA, con
il nuovo Comandante Ansaldo, fu inviata ad Asuncion (sul fiume |
Paraguay) per assistere il R. Console Chapperon,
sequestrato a bordo di un Piroscafo |
Mercantile italiano. |
L’allora Governo provvisorio
paraguayano osteggiava la libera navigazione delle Navi |
battente Bandiera italiana e la nostra
comunità perché la riteneva che parteggiasse per |
il partito avversario. |
Il Comandante
Ansaldo, per ritorsione, sequestrò a sua volta un battello
governativo. |
Quell’energica azione che pose fine
alla vertenza le valse un encomio da parte del Ministro della Marina Ammiraglio Acton. |
Ritengo superfluo continuare a
descrivere tutti gli altri numerosi interventi umanitarie
|
delle nostre Unità a
favore delle popolazioni, indipendentemente dalla loro origini o
nazionalità. Rinvio alla bibliografia coloro che desiderano
approfondire l’argomento. |
Prima di concludere
desidero evidenziare, come risulta dalle Relazioni Ufficiali,
l’opera meritoria svolta delle nostre Navi nel campo idrografico,
che mai trascurarono nonostante
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il
quotidiano gravoso lavoro, che l’attendevano. |
Rilevarono
fondali, profili di costa, fenomeni meteorologici prevalenti,
osservazioni elettromagnetiche e gravimetriche al fine di completare
e correggere le inesattezze dei |
Portolani,
carte nautiche e piani dei porti allora esistenti. |
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Note: |
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(1) - Vedere
“I Palazzi della Marina”, su MARINAI D’ITALIA n. 5-maggio 2006; |
(2) -
Successivamente furono coinvolti nel conflitto anche l’Uruguay e
Paraguay, che già era in guerra contro l’Argentina; |
(3) -
il
Comandante in Capo, a differenza dei Comandanti di Divisione, aveva
un’ampia autonomia operativa, giuridica ed amministrativa.
Dipendeva, senza alcun tramite, dal Ministero della Marina; |
(4) -
li
altri Ammiragli che lo sostituirono nell’incarico furono
nell’ordine: Anguissola e Del Carretto. Ultimo fu il C.V. Cesare
Yauch, che il Ministro della Marina Amm. Riboty , volle con le
stesse funzioni di Comandante in Capo; |
(5) -
Vento di libeccio proveniente dalla “pampa”, che scendendo
dalle Ande, si manifesta con impetuose ed improvvise raffiche. |
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Bibliografia:
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- Ufficio Storico della Marina: |
"Storia delle Campagne Oceaniche
della R. Marina”, Vol. 1°, Roma ; |
"La Marina Militare nel suo
primo secolo di vita (1861-1961)”, Roma 1961; |
“Almanacco storico delle Navi
Militari italiane (1861-1995)”, Roma
1996. |
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