L'AFFASCINATE
STORIA DELLE NOSTRE NAVI ATTRAVERSO I DOCUMENTI POSTALI |
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Saluti.....
dalla Regia Nave " ELBA " |
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Immagini
e articolo del C. Amm. Aldo Gabellone (Socio del Gruppo di Taranto) |
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.Anche questa volta alcuni documenti
postali, recanti i “saluti” dall’Ariete Torpediniere “ELBA” ci
consentono di scoprire vicende storiche vissute dall’Unità e dal Suo
Equipaggio. |
La Nave è entrata nella storia della
nostra Marina per essere la prima Unità assegnata all’Aviazione
Navale: inizialmente come Nave Appoggio Aerostati poi, Trasporto
Idrovolanti e sede del Comando Superiore Aerei. |
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L’Ariete Torpediniere ELBA in una
cartolina spedita da (La) Spezia |
il
2 giugno 1909 |
L’Ariete Torpediniere ELBA fu
impostato il 22.9.1890 nel Cantiere Navale di Castellammare di Stabia – varato il 12 aprile 1893 e completato il 1° dicembre 1895 –
Aveva un dislocamento normale di 2,732 tonn. – Velocità 20 nodi –
Autonomia di 4.000 miglia a 10 nodi – Il suo armamento era composto
da 4 cannoni da 152/32, 6 da 120/40, 8 da 57 mm., 8 da 37, 2
mitragliere e 3 Tubi Lanciasiluri.
L’Equipaggio era composto da
272 uomini, compresi 11 Ufficiali.
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Aveva il
motto: “FRANGAR NON FLECTAR” (Mi
spezzo ma non mi piego) |
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L’ELBA faceva parte, insieme ad altre sei Unità,
della classe “Regioni” o “Lombardia” (1),
costruite verso la fine del 1800 per svolgere prevalentemente
servizio oltreoceano. |
In quell’epoca
la nuova politica coloniale e l’espansione delle attività
commerciali, portarono le aree d’interesse nazionale nei mari
dell’America latina, Africa e Estremo Oriente. |
Da qui la
necessità della Marina di avere Navi in grado di “stazionare”, per
lunghi periodi, lontane dalle Basi Navali metropolitane. |
Il progetto delle Unità fu affidato al Tenente
Generale del Genio Navale Eduardo Masdea che, in considerazione
del loro prevedibile
impiego, curò particolarmente l’abilità e l’armamento. |
Alla loro
entrata in linea risultarono, però, meno veloci e con un
dislocamento maggiore in confronto a quelle della stessa classe
delle altre Marine che operavano nel Mediterraneo. |
Le scelte
operate e le soluzioni di compromesso adottate si rivelarono, alla
luce del loro lungo e continuativo servizio lontano dalla
madrepatria, oculate e in termini di costo/efficacia vantaggiose. |
La prima
cartolina spedita dall’Elba reca, nel timbro postale, la data
“25.1.1897” e fu spedita da Mogadiscio, il più grande porto somalo
sull’Oceano Indiano. |
Consegnata
alla Marina nel 1895, la Nave,dal gennaio al dicembre 1897 fu
inviata in missione nel Mar Rosso ed in Somalia. |
L’attendeva
un compito piuttosto difficile e rischioso, perché doveva riportare |
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l’ordine e la legalità nella turbolenta Regione del Benadir
(territorio sul litorale |
somalo)
teatro, l’anno precedente dell’eccidio
della spedizione
Checchi e di |
alcuni Ufficiali delle nostre Navi
“STAFFETTA” e “VOLTURNO”
(2). |
Il Comando
dell’Unità fu affidato al Capitano di Vascello GiorgioSorrentino, |
nominato Commissario Straordinario
del Benadir e Comandante Superiore |
delle Forze Navali
del Mar Rosso. |
Portata a
termine la sua missione l’ELBA rientrò in Patria per
approntarsi alla |
successiva dislocazione in Estremo Oriente. |
La Nave partì da
Venezia il 16 dicembre del 1898 e attraversato il Canale di |
Suez,
con rotte dirette, dopo
essersi rifornita a Aden e Bombay e saltando la |
prevista
sosta a Colombo (per i focolai di peste bubbonica che infestavano i |
quartieri indigeni), giunse a San-mun il 26 febbraio 1899. |
Cartolina
Postale spedita da Mogadiscio il 25 gennaio 1897 e
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La baia di San-mun era la località,a
una settantina di miglia a sud di Shanghai |
scritta in
francese da un Ufficiale dell’ELBA |
prescelta dall’Italia per insediare la sua Legazione in Cina. |
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Erano in corso le trattative, con il Governo cinese, per la cessione
del territorio. L’Italia era anche disposta all’acquisto del sito,
rifiutando il ricorso alla forza, come |
avevano fatto le altre nazioni europee. |
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Lettera spedita da Sun-mun (Cina)
il 20 novembre 1899 |
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Compito dell’ELBA era di condurre
ulteriori e
più accurate ricerche idrografiche nella Baia, in vista della
conclusione dell’accordo che avrebbe portato il nostro Paese alla
pari delle altre grandi potenze presenti in Cina. Purtroppo la
trattativa non andò a buon fine per l’inconcludente condotta della
nostra delegazione diplomatica.
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All’ELBA non restò altro da fare che
reimbarcare il personale che a terra stava ultimando i rilievi
idrografici e continuare la missione. |
Si trasferì prima a Ce-fu (7/30
marzo 1899) infine a Wu-sung (Shanghai) sede principale delle Navi
stazionarie. |
Intanto focolai di
disordini si accendevano sul territorio del Celeste Impero. Cruenti
erano quelli scoppiati in prossimità degli insediamenti civili e
delle Legazioni occidentali. |
Negli ultimi mesi del 1899
iniziarono, con violenza, i moti xenofobi da parte dei “boxers”
(3),
una setta segreta che si prefiggeva l’eliminazione e la cacciata
degli stranieri dalla Cina.
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La compagnia da sbarco dell’ELBA,
insieme ai contingenti delle altre Navi, contribuì alla difesa delle
nostre sedi diplomatiche a Tien-tsin e Pechino
(4).
Negli scontri a difesa delle nostre comunità, la Marina perse 19
uomini compreso il Sottotenente di Vascello Ermanno Carlotto
(5). |
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Lettera
raccomandata spedita da Montevideo il 9 giugno 1903 |
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Ristabilito l’ordine, l’ELBA, sostituito dal
LOMBARDIA, rientrò in Patria. |
Il mattino del
31 gennaio 1902 si ormeggiò nel porto militare di Napoli.
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Non passò l’anno e la Nave si
approntò per un’altra campagna oceanica, che doveva portarla ad
operare nei mari dell’America Centromeridionale . |
La seconda lettera fu spedita l’8
giugno 1903, nel corso di quella Campagna, mentre la Nave sostava a
Montevideo. |
Il 23 dicembre 1902,
al Comando del Capitano di Fregata Raffaele Borea Ricci d’Olmo
(6),
lasciò La Spezia. |
Nel febbraio del 1903, l’ELBA prese
parte, insieme alle Navi inglesi e tedesche, al blocco navale lungo
le coste del Venezuela. |
Le misure di ritorsione contro quel
Paese, ebbero origine dal mancato risarcimento dei danni subiti
agli impianti industriali europei a seguito dei disordini che
accompagnarono uno dei frequenti “colpi di stato”. |
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Lettera spedita da Colombo il 17 novembre 1908 |
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Questa volta il nuovo Governo
venezuelano sovvertì radicalmente i precedenti rapporti
politico-economici con le comunità straniere. |
Risolta la crisi centroamericana,
l’ELBA ricevette l’ordine di trasferirsi in Estremo Oriente. |
Nella notte fra il 15 e 16 giugno,
imboccato lo Stretto di Magellano e attraversato i canali della
Patagonia, entrò nel Pacifico. |
Sostò a lungo (22 luglio-14 ottobre)
a Callao (Cile), si rifornì ad Acapulco e Honolulu. All’alba del 13
dicembre 1903 avvistò le coste giapponesi. |
Durante la navigazione di
trasferimento incrociò numerosi convogli e Navi da guerra russe in
trasferimento nel porto siberiano di Vladivostok.
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Nubi di guerra si addensavano nei
cieli d’oriente: fonti diplomatiche davano per imminente il
conflitto russo-giapponese. |
Il 4 gennaio 1904 l’ELBA, da Kobe,
ricevette l’ordine di trasferirsi nel porto coreano di Chemulpo
dove si temevano, con l’occupazione della Corea da parte dei
giapponesi, disordini che potevano compromettere l’incolumità dei
nostri connazionali. |
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Lettera spedita da Bombay il 20
gennaio 1909 |
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Appena giunta nella rada di Chemulpo,
il 9 gennaio, sbarcò un plotone di venti marinai che al comando di
un Tenente di Vascello si spostarono a Seul per proteggere la nostra
Legazione. |
Fu proprio a Chemulpo, dove ebbe
l’ordine di restare “di stazione”, che l’ELBA si trovò in pieno
conflitto fra i due belligeranti. Qui i suoi uomini salvarono parte
degli equipaggi di due Navi russe affondante dalla Flotta nipponica
(7). |
Fortunatamente l’occupazione
giapponese della Corea si risolse senza danni per la nostra
comunità e l’ELBA, rilevata dall’Ariete Torpediniere PUGLIA si
accinse a ritornare in Italia. |
Il 23
novembre 1904, dopo avere visitato alcuni porti dell’Indocina,
Colombo e Aden e sostato nei porti di Messina, Napoli
e Livorno, giunse a La Spezia. |
La lettera successiva porta nel suo
timbro postale la data “17 dicembre 1908” ma, verosimilmente,
dovrebbe essere quella del 17 novembre, se si considera esatta
quella riportata nel timbro della destinazione d’arrivo: “Pieve di
Tocco – 27 NOV 08”. Si ritiene che l’errore d’impostazione del
timbro sia stato commesso, involontariamente, dal postino di bordo
il quale, nel ruotare il cilindretto del “giorno” abbia trascinato
anche quello del “mese”. |
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Difficilmente un simile errore sarebbe
stato possibile commettere con il timbro |
postale di Pieve di
Tocco, in quanto i cilindri del datario sono, fra loro,
indipendenti. |
L’ELBA fino ai primi giorni d’agosto
del 1908 svolse la normale attività di Squadra. |
Il 22 lasciò Napoli per una lunga
missione nel Mar Rosso, Oceano Indiano e lungo le |
coste
dell’Africa Orientale. In quella crociera toccò i maggiori
porti dell’Eritrea e della
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Somalia. spingendosi fino a Bombay e Colombo, da dove
partirono le nostre due |
ultime lettere, spedite
rispettivamente il 17 novembre 1908 e 20 gennaio 1909 |
Il 25 aprile 1910 rientrò a Napoli. |
Questa
volta la sosta, per la Nave ed i Suoi uomini, fu ancora più breve.
L’ELBA era |
chiamata per altre
più impegnative missioni belliche. |
Nel conflitto italo-turco combatté
in Tripolitania, in Cirenaica e nel Mar Rosso.
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Nella Grande Guerra fu
Nave appoggio idrovolanti, sede del Comando |
Superiore dell’Aviazione di Marina e
concluse la sua vita operativa nel 1920, dopo avere |
svolto il compito di Nave Ammiraglia
del Comandante in Capo della Forza Navale |
Vice Ammiraglio Paolo Thaon di Revel
(8) |
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L’Ammiraglio Borea Ricci d’Olmo, già Comandante della
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Regia Nave
“ELBA” |
Bibliografia: |
-
Ufficio Storico della Marina:
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- Storia delle
Campagne oceaniche della R. Marina, |
-
volumi II e III, Roma 1992. |
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Note: |
(1)
LOMBARDIA, CALABRIA, LIGURIA, ETRURIA, UMBRIA e PUGLIA;
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(2)
– Antonio Cecchi, già Capitano Marittimo della Compagnia
Rubattino, esplorò i laghi equatoriali africani. Nominato Console
del Benadir, nel novembre 1896 a Capo di una Spedizione, alla quale
partecipavano alcuni nostri Ufficiali (Comandanti Mongiardini e
Maffei, Sottotenente di Vascello De Cristoforo, Ufficiali Commissari
Barone e Gasparini), furono trucidati da una banda di nomadi somali.
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(3)
– il nome deriva dalla setta nata, nel 1727, con il
pretesto dell’arte del pugilato (sistema di esercizi d’origine
taoista che si credeva concedesse agli adepti poteri
soprannaturali), chiamato anche “Pugilato dello spirito” e “Pugilato
dell’eterna armonia”. La setta più fanatica era quella del “Pugno
della concordia e della giustizia”; |
(4)
– dall’Italia fu inviato un Corpo di Spedizione di 2000
uomini che si aggiunsero a quelli esistenti. In totale le Forze
occidentali, schierate a difesa delle concessioni, si aggiravano sui
70.000 uomini con 165 cannoni e 36 mitragliatrici; |
(5)
– portarono il Suo nome: la Caserma italiana a Tien-tsin, una
Cannoniera Fluviale che operò in Cina e l’attuale Caserma del
Reggimento “SAN MARCO”; |
(6)
– fu anche il primo Governatore di Tripoli; |
(7)
– l’Incrociatore VARIAG e la Cannoniera KOREETZ. |
(8)
– fu anche Capo di Stato Maggiore e Ministro della Marina. |
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