Filatelia
 
 

L'AFFASCINATE STORIA DELLE NOSTRE NAVI ATTRAVERSO I DOCUMENTI POSTALI

L'avventurosa vita della regia Nave " ERITREA "

 
Immagini e articolo del C. Amm. Aldo Gabellone (Socio del Gruppo di Taranto)
 

Questa volta il documento postale, che ci consentirà di rievocare le vicende storiche della R. Nave ERITREA, è una lettera scritta da un elettricista della Nave e spedita da Singapore il 27 ottobre 1945.

L’avventurosa vita dell’ERITREA è stata costantemente guidata da un benigno destino. Essa entrò nella storia della Marina per essere la Nave, che più volte riuscì a forzare il blocco navale nemico, nel corso della 2^ Guerra Mondiale.

 

L’incrociatore Coloniale  “ERITREA"

Classificata Incrociatore, fu progettata nel 1934 dal Maggiore Generale del Genio Navale Icilio d’Esposito, impostata l’anno successivo presso il Cantiere Navale di Castellammare di Stabia e consegnata alla Marina il 10 febbraio 1937. Aveva un dislocamento a pieno carico di 3.117 tonnellate. Era dotato di un duplice apparato di propulsione: il principale costituito da due motori diesel della potenza di 7.000 C.V. e il secondario, accoppiato sugli stessi assi, formato da due motori elettrici alimentati da un gruppo diesel-dinamo da 650 C.V. I due sistemi assicuravano alla Nave una velocità di 20 nodi, con il funzionamento contemporaneo dei due sistemi e 18 nodi con i soli motori diesel. – La sua autonomia era di circa 7.000 miglia alla velocità di 11,8 nodi. – Era armato con 4 cannoni da  120/45, 2 mitragliere da  40/39 e  4 da 13,2 millimetri.

L’Equipaggio era costituito da 234 uomini, compresi 13 Ufficiali

Progettata per il servizio nei climi caldi delle Colonie, aveva un armamento bellico multiruolo, dovendo essere in grado di assolvere funzioni di Avviso-Scorta, Posamine ed appoggio Sommergibili.

La sua prima missione significativa avvenne nel giugno del 1937, allo scoppio della guerra civile spagnola. In quell’occasione fu inviata nel Mediterraneo Occidentale. Sul finire dell’anno, compiuta la missione, fu destinata a Pola.

Agli inizi del 1938, alzando l’insegna del C.V. Mario Zambon, Comandante Superiore

Navale in Africa Orientale Italiana, fu dislocata a Massaua in appoggio ai Sommergibili della Base. e in quella sede operò fino all’imminenza dell’occupazione dell’Eritrea da parte delle truppe britanniche.

Effettuati i lavori di manutenzione all’apparato motore ed allo scafo, imbarcati viveri ed acqua e ridotto l’Equipaggio, tenendo a bordo il solo personale indispensabile, la Nave era pronta ad affrontare la sua più difficile ed impegnativa missione

La notte del 19 febbraio 1941, al Comando del C.F. Marino Jannucci, in tutta segretezza, lasciò Massaua con l’ordine di forzare il blocco navale anglo-francese e raggiungere l’alleato Giappone.

Iniziò così l’avventurosa impresa dell’Eritrea, che con la sua modesta velocità ed

armamento bellico si accingeva ad affrontare le innumerevoli insidie, su un Mare
minuziosamente controllato dal nemico e suoi alleati.
Le prime prove felicemente superate furono: il passaggio dello Stretto di Bad el Mandeb,che
avvenne la notte del 20 in quattro ore di assoluta oscurità, per l’assenza di luce lunare e
quello lungo le coste somale, costellate da insidiose scogliere e barre sabbiose non segnate
sulle Carte Nautiche.
Si cimentò poi, con i violenti ed improvvisi monsoni dell’Oceano Indiano, gli insidiosi bassi
 fondali degli Stretti e Canali indonesiani, affrontò le fitte nebbie del Mare meridionale
cinese, si sottopose a lunghe ed estenuanti rotte (1) per portarsi in Francia dalla ricognizione
aerea.  Le rotte dell’ERITREA durante la violazione del primo blocco
Giocando d’astuzia ricorse ad imprevedibili ed audaci camuffamenti (2), per eludere gli I punti indicati si riferiscono alle rilevazioni di mezzogiorno
avvistamenti dalle Stazioni di vedetta, disseminate lungo le coste dei Mari di Timor e Celebes  
Guidata dalla “buona stella”, che spesso aiuta gli audaci, la nostra Nave giunse finalmente a Kobe la sera del 22 marzo 1941.
Nei Cantieri Navali Mitsubishi effettuati i lavori di cui aveva assoluto bisogno, si trasferì a Shanghai dove sostò fino a giugno del 1943 quando, su ordine di Supermarina fu dislocata a Singapore per fornire il supporto logistico ai nostri Sommergibili, che operavano tra Bordeaux e Singapore. Nel luglio 1943 si trasferì prima a Penang, Base dei Sommergibili tedeschi, poi a Sebang, sede del loro Comando Navale.

All’alba del 9 settembre, mentre era in navigazione a Sud dello Stretto di Malacca,
apprese via radio, dell’avvenuto armistizio con gli anglo-americani e l’epopea continuò!
Ora la nostra ERITREA doveva violare il blocco Navale giapponese, che proprio in qual
Mare aveva dislocato Unità di Superficie e Sommergibili.
Doveva inoltre eludere la caccia germanica per raggiungere Colombo, la più vicina Base
Navale inglese.
L’ERITREA era ben nota alla Marina del Sol Levante, perciò ogni camuffamento sarebbe
stato superfluo ed inutile.
Al Comandante Jannucci non restò altro che giocare d’astuzia e anziché costeggiare

il Golfo del Bengala, scelta quasi obbligata per una Nave dotata di una scarsa velocità e

soprattutto per le sua nota precaria efficienza dell’apparato di propulsione (3), scelse

Busta con timbro postale di franchigia della R. Nave ERITREA

la più rischiosa rotta diretta per raggiungere l’isola di Ceylon.

Spedita il 25.10.45 tramite l’Ufficio Postale inglese di Singapore

Il 14 settembre, sempre guidato dalla “buona stella”giunse a destinazione
  La sua attività operativa, nel periodo di cobelligeranza (4) fu intensa.

Svolse efficacemente il richiesto servizio di supporto in mare dei Sommergibili, alternando la sua presenza tra Colombo e Trincomalee, sorgitore ad oriente dell’isola di Ceylon.

 

Parte della lettera spedita da Singapore il 25 ottobre 1945

 
 
L’11 settembre 1944 l’ERITREA fu richiamata in Patria e il mattino del 23 ottobre si
ormeggiò alla banchina di Mar Piccolo a Taranto.
Dopo appena cinque mesi di sosta, due dei quali trascorsi in Arsenale,dove tutti i macchinari
ed armi furono accuratamente revisionati, il 12 aprile 1945, al Comando del C.F. Ugo Giudice,
 riprese il mare per trasferirsi, nuovamente, in Estremo Oriente, per collaborare con le
Forze Navali anglo-americane
Il compito assegnato alla Nave era quello usuale di Appoggio Sommergibili e Scorta di Navi
militari e mercantili alleate.
Durante il trasferimento fece delle soste logistiche ad Alessandria d’Egitto ed Aden e il

3 maggio giunse a Colombo.

 Al termine della guerra contro il Giappone continuò la sua attività in svolgendo varie missioni
fra Singapore, Batavia, Penang e Colombo.
 

La lettera esposta si riferisce proprio a quel periodo.

 
L’autore, nella sua semplicità, descrive le bellezze della cosmopolita Singapore,

accennando anche ad un altro compito affidato alla Nave: “il recupero dei nostri internati nei

campi di concentramento asiatici”.

Nel febbraio del 1946 rientrò a Taranto.

Ma le peregrinazioni dell’ERITREA non erano ancora finite perché, il 1° aprile, dopo altri due mesi di lavori, ritornò in Estremo Oriente, spingendosi fino a Hong-kong e Shanghai, per continuare l’opera di raccolta dei nostri connazionali sparsi nei numerosi campi di prigionia di quei territori
Ultimata la sua missione e rientrata in Italia, la Nave restò a Taranto fino a gennaio 1948 per essere, successivamente inviata ai lavori di rimessa in efficienza, in attesa di essere ceduta alla Francia in applicazione delle Clausole del Trattato di Pace.
Con la sigla F.1 ed armata con personale della Marina Mercantile, il 28 gennaio 1948 passò ufficialmente alla Marina francese, che ribattezzò FRANCIS GARNIER (4).
Impiegata nei compiti di Avviso Coloniale, continuò a svolgere il suo servizio fino agli inizi degli anni ’60.
 
 
Note:
(1)     – Attraversato Capo Guardafui, lasciandosi sulla sinistra l’isola di Socotra puntò la prora verso le isole di Chagos poi, accostando a sinistra, con rotta Est passò tra le isole Cocos e Cristmas. Infine, ancora con rotta Est si preparò ad affrontare i temibili e controllatissimi passaggi di Timor, Celebes e della Nuova Guinea. Fortunosamente, scapolate quelle isole, con rotta Nord diresse per il Giappone;
(2)     – Prima di attraversare gli Stretti di Malacca e della Sonda, nei Mari delle Indie Olandesi, l’ERITREA fu camuffata in modo da somigliare all’Avviso Scorta portoghese PEDRO NUNES, che operava in quelle acque. L’opera fu facilitata in quanto l’Avviso portoghese, nelle linee esteriori, si avvicinava a quelle della nostra Nave, che alla vista di un ricognitore inglese alzò a riva la bandiera del Portogallo;
(3)     – La Nave per la complessità dell’apparato di propulsione, sin dalle prime navigazioni evidenziò frequenti malfunzionamenti ed avarie, che ne condizionarono l’operatività;
(4)     – Il termine “cobelligeranza” fu adottato dagli anglo-americani invece di “alleanza” voluto dalla nostra Marina e sostenuto dal Governo. La richiesta italiana in merito fu sempre negata dai vincitori perché, secondo loro, in contrasto con le clausole dell’armistizio dell’8 settembre 1943 (armistizio corto);
(5)     – Francis Garnier  (1839-1873). Ufficiale della Marina Militare francese ed esploratore. Nel 1860 partecipò alla conquista della Cocincina e fu a Capo di una spedizione scientifica ed esplorativa lungo il corso superiore del fiume Mekong. Prese parte alla guerra franco-prussiana. Morì ad Hanoi nel corso di un’azione contro le bande musulmane,che assalivano la città.