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L'AFFASCINATE
STORIA DELLE NOSTRE NAVI ATTRAVERSO I DOCUMENTI POSTALI |
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La
regia Nave " ETRURIA" |
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Immagini e articolo del C. Amm.
Aldo Gabellone (Socio del Gruppo di Taranto) |
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L’ETRURIA
era una delle sette Unità della classe “LOMBARDIA” o “REGIONI” (1). |
Quattro
rari documenti postali, spediti da bordo della Nave, documenteranno
la variegata ed intensa attività operativa dell’Unità. |
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Il
R. Ariete Torpediniere “ETRURIA”. |
La Nave aveva un
dislocamento a pieno carico di 2.452 tonn – era lunga 84,8 m., larga |
12 e con
un’immersione a p.c. di 4,8. Aveva un apparato motore costituito da
4 caldaie |
cilindriche, 2 motrici
alternative orizzontali a triplice espansione di 7.000 C.V. –
Velocità |
17 nodi, autonomia
di 4.000 miglia a 10 nodi – Il suo armamento bellico era
formato da 6 |
cannoni da 152/32, 6 da 120/40, 8 da 57 mm, 8 da 37, 2 mitragliere e 3 Tubi Lanciasiluri.
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La protezione orizzontale
massima era di 50 mm. |
L’Equipaggio
era formato da 257 uomini,
compresi 12 Ufficiali. |
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Però, prima
di parlare della nostra Nave, ritengo utile fare una breve digressione. |
Dopo un buio periodo per il nostro
Paese, funestato da tumulti popolari (si reclamava |
maggiore giustizia sociale), seguito da gravi e luttuose
repressioni (2)
e culminato con |
l’assassinio di re Umberto, il 1900, che stava per iniziare,
s’aprì con una fase di ripresa economica. Si svilupparono
le industrie (tessili, metallurgiche ed alimentari), il commercio
interno ed estero e l’agricoltura, che meccanizzandosi aumento
notevolmente la sua produzione. |
S’ebbe, con grandi sacrifici, il pareggio
del bilancio statale. |
La politica liberal-democratica avviò la
pacificazione ed aggregazione delle masse operaie, che migliorarono
le loro condizioni di vita. |
La politica estera e coloniale si fece più
attiva e più flessibile, in vista di possibili sbocchi commerciali
ed essenzialmente mirata a riallacciare alla madrepatria i nostri
operosi connazionali, emigrati in ogni paese del mondo. |
In quel contesto la Marina si dotò dei Mezzi
necessari per svolgere prolungate missioni oltremare, a supporto della
politica estera nazionale, nel ruolo, proprio, di “braccio”
operativo della stessa (3). |
Nacquero così gli
Ariete Torpediniere della classe LOMBARDIA. |
Progettate dal Tenente Generale del Genio
Navale Eduardo Masdea, presentarono ad eccezione della CALABRIA, lievi
differenze tra loro. |
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Fronte
e retro della cartolina raffigurante la R.N. PIEMONTE spedita da
bordo dell’ETRURIA il 1° luglio 1900 |
da Buenos Aires, nel
corso della Campagna nei Mari dell’America meridionale |
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Per tutti, nei
limiti consentiti dal previsto dislocamento, fu curata l’abitabilità
e l’autonomia a scapito della corazzatura di protezione e
della velocità, con il risultato d’avere sì Navi capaci d’assolvere
i previsti compiti di “stazionarie”
(3)
ma poco idonee ad operare nell’ambito dei Dispositivi complessi
di Squadra, proprio per la loro modesta velocità e protezione. |
La costruzione
delle Navi fu affidata ai vari Cantieri Navali nazionali
(4). |
L’ETRURIA fu la seconda Unità della
classe “LOMBARDIA” ad entrare in servizio e nel novembre
1894 fu inviata in Marocco per proteggere i nostri connazionali durante
una delle frequenti insurrezioni in quel Paese. |
Nel maggio 1895 partecipò, insieme con altre
Unità della nostra Marina, all’inaugurazione del Canale di Kiel. |
I due anni successivi
la videro protagonista d’azioni di polizia marittima nel Mar
Rosso: prima reprimendo il contrabbando d’armi, che riforniva
i ribelli etiopici poi, bombardando una strada controllata da tribù
abissine e presidiando con i propri Marinai un forte posto in un
punto strategico della costa. |
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Fronte e retro
della cartolina con una veduta di Haiti, consegnata al postino dell’ETRURIA
il 23 dicembre 1907 e
spedita durante la sosta a Santiago di Cuba |
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Intervallate da
brevi soste in Patria, le sue missioni proseguirono nel Mediterraneo
Orientale. |
Dall’aprile 1899 all’ottobre
1900 effettuò la sua prima traversata dell’Atlantico con destinazione
l’America del Sud. |
Il primo documento
postale della nostra Nave si riferisce a quel periodo. |
L’ETRURIA, sotto il Comando del Capitano
di Fregata Edoardo Gagliardi, dopo avere sostato a Montevideo e Rio
de Janeiro, proseguì per il Parà, situato sulla costa settentrionale
del Brasile (5), per
visitare una “colonia modello” di contadini veneti, delle
provincie di Treviso e Mantova, che su invito delle Autorità della
Regione, stavano conducendo una grande piantagione. |
Il Governo brasiliano per favorire l’immigrazione
di coloni italiani, forniva loro una casa ed i mezzi di prima necessità
per avviare l’attività lavorativa. |
Ecco come descrive
la visita il Comandante Gagliardi in un suo rapporto:
“Il
Governo aveva concesso ad ogni famiglia un lotto di terreno di 250
metri di larghezza e di un chilometro di profondità. Al loro arrivo
i coloni hanno trovato disboscato un’area di 1000 mq. Con
la terra pronta per il lavoro, il rimanente della proprietà sono
obbligati a disboscare con le braccia … per questo lavoro
sono stipendiati dal Governo per tre giorni la settimana …
“. |
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Fronte
e retro della cartolina con una veduta di
San Nicolas (Rio Paranà) |
spedita da bordo dell’ETRURIA il
18 agosto 1908 |
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Lasciato le coste
brasiliane l’ETRURIA si recò nel Venezuela dov’era in
corso un colpo di stato, che ingenerava gravi rischi per la nostra
comunità, costituita da circa 60.000 persone per lo più piccoli
commercianti. |
Durante la sosta a La Guayra morì di febbre
tifoidea il Commissario di bordo Antioco Alba. |
Tornata la calma l’Unità lasciò il
Venezuela per recarsi di nuovo a Rio de Janeiro dove tutto l’Equipaggio
partecipò alle celebrazioni del 4° Centenario della scoperta del Brasile. |
Il 4 settembre 1900, salpò da Bahia per
rientrare in Patria. La Campagna dell’ETRURIA si concluse a
Venezia il successivo 15 ottobre. |
Trascorsi cinque
anni in acque nazionali, nel marzo 1907 la nostra Nave lasciò il
porto di La Spezia diretta anche questa volta nelle Americhe dove
“stazionò” per quattro anni e mezzo. Fu quello uno dei
più lunghi periodi trascorsi oltremare da una Nave dell’epoca. |
Descriverne il
viaggio, la rilevanza politica, marinaresca ed il successo riscontrato
presso le nostre comunità, occorrerebbero più pagine. |
Tenterò pertanto
di ripercorrerne le tappe più significative. |
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Fronte
e retro della cartolina raffigurante il frontale della Chiesa di
Adana, spedita da Mersin il 1° aprile 1913 |
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Nel maggio 1907 la Nave prese parte a Jamestown
alle commemorazioni del 3° Centenario della fondazione della Confederazione
Nordamericana. |
A rappresentare l’Italia, oltre all’ETRURIA,
c’erano l’Incrociatore Corazzato VARESE al comando del
Capitano di Vascello Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi e l’Ariete
Torpediniere ETNA, con a bordo gli allievi dell’Accademia Navale,
che nella parata fu loro riservato l’onore di defilare alla
testa della formazione degli allievi dell’Accademia Militare
di West Point. |
L’ETRURIA
visitò inoltre i principali porti degli Stati Uniti. Risalendo il
Potomac si ormeggiò davanti a Washington, poi passando nella baia
di Chesapeake giunse a Baltimora. Attraversando il Delaware sostò
a Filadelfia, dove 100 uomini |
dell’Equipaggio, fra i quali c’era
il Guardiamarina Marcello Arlotta (6),
sedarono un violento incendio, riscuotendo il plauso e la riconoscenza
dei città. Lasciati gli Stati Uniti l’ETRURIA fece rotta
per il Sud dell’America, dove risalì il Plata ed il Rio Paranà:
navigazioni mai compiute da Nave di quelle dimensioni.
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Da quei porti partirono
le altre due cartoline. |
Passò due volte lo Stretto di Magellano
in pieno inverno antartico. Nel Pacifico si spinse fino all’estremo
nord della California. |
Al rientro a Napoli la lunghezza della sua
“fiamma” testimoniava le 73.000 miglia percorse. |
Partecipò poi al
conflitto italo-turco, al termine del quale fu inviata di “stazione”
ad Istanbul |
L’ultimo
documento postale, forse il più interessante, fu spedito in quel
periodo, durante una missione in Anatolia. |
Il testo, manoscritto sulla cartolina spedita
da Mersin il 28 aprile 1913, non completamente decifrabile, ci apre
un capitolo di storia, che riguarda il popolo armeno. Dice testualmente:
“Le invio la fotografia della …
chiesa armena di Adana (riprodotta sul fronte della cartolina)
… “detta chiesa venne distrutta nel 1909 durante
i massacri di aprile … sono le ragioni della nostra presenza
qui con l’Etruria … “. |
Sin dal V secolo gli armeni occupavano
il territorio dell’Anatolia sud orientale, che comprendeva Adana,
fiorente città ad una sessantina di chilometri da Mersin. |
In quella zona ci furono persecuzioni metodiche
e continuate: nel 1895, ’96 e nel 1909, come citato nella cartolina. |
La questione armena era stata già posta
all’attenzione della diplomazia europea, tanto che si pensò,
durante la prima Guerra Mondiale, di creare uno Stato Armeno indipendente. |
Ragioni di opportunità politica non diedero
corso al progetto, mentre la Turchia continuò con i massacri e le
deportazioni, che culminarono nel giugno-luglio 1915. |
L’ETRURIA fu, appunto, inviata a Mersin
nel quadro delle iniziative degli Alleati europei (in una missione
che oggi chiameremmo di “peace keeping”. |
Molti Paesi, compresi quelli americani offrirono
rifugio politico agli armeni che lo richiedevano. |
Venezia, nel 1717, donò alla comunità religiosa
dei Padri Mechitaristi un’isola, chiamata poi: San Lazzaro degli
Armeni. |
Ora
è un importante centro di studi armeni, dove sono custoditi i maggiori
e più importanti reperti storici della cultura armena. Vi è anche
una |
ricchissima biblioteca, che comprende una
serie di antichissime pergamene ed arcaici incunaboli. |
I Monaci che officiano in lingua armena
secondo il rito cristiano, sono economicamente autosufficienti gestendo
un’avanzatissima tipografia e stamperia cartografica. |
Nell’isola soggiornò a lungo
il poeta Byron. |
L’ETRURIA prese parte anche alla guerra
contro gli austro-ungarici del 1915/18, operando nelle Forze Navali
dislocate a Brindisi e Venezia. |
Fu per un breve periodo “stazionaria”
a Tripoli |
Nel 1916 fu inviata in missione nel Mediterraneo
Orientale e rientrata a Brindisi divenne Nave Caserma per gli Equipaggi
dei Sommergibili. |
Nel 1917 fu destinata a Livorno a disposizione
dell’Accademia Navale, per l’addestramento pratico degli
Allievi. |
Il 13 agosto 1918, trascorsi 25 anni di
servizio, concluse la Sua esistenza affondando a causa dello scoppio
di una bettolina carica di munizioni, mentre stava operando sottobordo |
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Note: |
(1) - LOMBARDIA, ETRURIA, LIGURIA, UMBRIA,
ELBA, CALABRIA e PUGLIA; |
(2) – Nel 1898, durante i moti nel
capoluogo lombardo, per reprimere i disordini intervenne duramente
l’Esercito, chiamato dal “Regio Commissario Straordinario”
Generale Bava Beccaris; |
(3) – Tutti gli Stati com’è
noto considerano la Marina l’Istituzione più idonea a
stabilire e mantenere contatti di ogni specie, in appoggio alla Diplomazia.
La Nave “stazionaria”, con le sue capacità logistiche,
entro accettabili limiti spazio-temporali è la più idonea
a rappresentare la Nazione, che con la Sua Bandiera, simbolo di sovranità
è considerata dal diritto internazionale parte del suolo nazionale; |
(4) - Castellammare di Stabia (LOMBARDIA
e ELBA), Cantieri Orlando di Livorno (ETRURIA e UMBRIA), Cantieri
Ansaldo di Genova (LIGURIA), Regio Arsenale di (La) Spezia (CALABRIA)
e il Regio Arsenale di Taranto (PUGLIA); |
(5) – Rio do Parà, come un
profondo estuario, si presenta con un’ampia insenatura, che
per mezzo di vari tronchi fluviali si collega al Rio delle Amazzoni; |
(6) - Tenente di Vascello Pilota Marcello
Arlotta, Medaglia d’Argento al V.M., cadde con il suo aereo
durante un’azione nella 1^ Guerra Mondiale. A Lui è dedicata
l’Aerobase della Marina a Grottaglie. |
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Bibliografia: |
Ufficio Storico della Marina Militare: |
compilatori G. Giorgerini e A. Nani, “Gli
Incrociatori Italiani (1861-1975) ”, 4^ edizione, Roma 1976;
. “Storia delle Campagne Oceaniche della R. Marina”, volumi
II e III, ristampa 1992. |
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