Filatelia
 

L'AFFASCINATE STORIA DELLE NOSTRE NAVI ATTRAVERSO I DOCUMENTI POSTALI

 

SALUTI … DAL MARE GLACIALE ARTICO

 
Immagini e articolo del C. Amm. Aldo Gabellone (Socio del Gruppo di Taranto)
 
I saluti dei nostri Marinai, questa volta, ci pervengono dai Mari ghiacciati delle regioni artiche.
Sono quelli, che nel 1928 partirono da bordo della Regia Nave “CITTA’ DI MILANO”, inviata nello Spitsbergen in appoggio alla spedizione scientifica al Polo Nord, guidata da Umberto Nobile (1).
  La nostra Marina non era nuova a queste imprese (2). Negli anni 1899-1900, un’altra

Nave, la “STELLA POLARE” oltrepassò il Circolo Polare Artico, fino all’altezza di Capo
Fligely (Arcipelago Francesco Giuseppe), all’estremità settentrionale dell’Isola Rodolfo
 (81° 51’ N).
A bordo c’era Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi, che si preparava a contendere,
ai tanti concorrenti dell’epoca, la conquista del Polo Nord.
Non fu, però, fortunato!
Alla vigilia dell’attacco al Polo subì un grave congelamento a due dita della mano,
che lo costrinse a non prendere parte alla spedizione. In  vece sua si avventurò
nell’impresa il suo Aiutante di Campo: il Capitano di Fregata Umberto Cagni (3)
 I   protagonisti della spedizione del Duca degli Abruzzi che, con tredici slitte, il 24 aprile 1900, si avvicinò al Polo, raggiungendo la

al Polo Nord -  Cartolina spedita il 9 dicembre 1900

massima latitudine mai toccata fino a quel momento, 86° 34’ N.
  Invece, della sfortunata e tragica impresa del Gen. Nobile, del naufragio del
Dirigibile “ITALIA” (4) e dell’odissea dei superstiti della famosa “tenda rossa”, si è molto scritto  e discusso fino ad una recente e nota trasmissione televisiva.

Perciò ritengo superfluo rievocare dettagli della vicenda, limitandomi, pertanto, a parlare sinteticamente della “CITTA’ DI MILANO”, attraverso la rara e ricercata corrispondenza, che alcuni membri dell’Equipaggio inviarono da bordo, ai loro cari in Italia.

   

La R. Nave “STELLA POLARE”

Cartolina spedita il 22 dicembre 1902

Baleniera norvegese “JASON”. Acquistata nel 1899 dalla nostra Marina.

Classificata “Brigantino ad elica” e ribattezzata “STELLA POLARE”. 

Aveva un dislocamento di 1.289 t. –  Dotata di propulsione a vapore con una

caldaia e una motrice alternativa della potenza di 350 C.V., capace di

imprimere alla Nave la velocità di 10 nodi.

Durante la Spedizione aveva un Equipaggio di 33 Uomini.

 

Quando lo Stato Maggiore della Marina fu incaricato di fornire il supporto alla

Spedizione Nobile, non fu facile trovare una Nave in possesso dei requisiti idonei
per affrontare quel particolare scenario, fatto di mare permanentemente ghiacciato
e clima non certo familiare ai nostri Marinai.
La scelta, in ogni modo, s’indirizzò sulla Nave Posacavi “CITTA’ DI MILANO”,
l’unica tra le Unità ausiliarie adatta, previ opportuni lavori d’adeguamento, a svolgere
quel particolare tipo di missione.
Compito principale della Nave, il cui comando fu assegnato al Capitano di Fregata
Giuseppe Romagna Manoja, era quello di svolgere la funzione di Base
logistico-operativa avanzata della Spedizione.
Doveva inoltre assicurare i collegamenti radiotelegrafici, con funzioni di
“capomaglia” della rete, che doveva collegare la Nave, i Mezzi della Spedizione e la
Sede Operativa in Italia. Compito quest’ultimo, reso particolarmente difficoltoso dalla

  non completa conoscenza delle condizioni di propagazione delle onde

elettromagnetiche nella zona.  
 

 

La R. Nave “CITTA’ DI MILANO”

Costruita nel 1905 nel Cantiere Navale Schichau di Danzica per conto
della Marina tedesca, con il nome “ GROSSHERZOG VON OLDENBURG ”.
Ceduto alla nostra Marina nel 1919, entrò in servizio quale “ Nave Posacavi
Telegrafici”, nel 1921. Aveva un dislocamento di 5.900 t. – Velocità 11 nodi –
Armata con 2 cannoni da 102 e 2 mitragliere.
L’Equipaggio era costituito da 85 uomini.

 

Diciamo subito che la Nave e il Suo Equipaggio svolsero brillantemente i loro compiti, anche quelli conseguenti alle drammatiche vicende verificatesi dopo il naufragio del dirigibile.

Nei primi di marzo 1928, la Nave fu pronta per la missione. Furono rinforzate le strutture dello scafo, per meglio affrontare i temibili lastroni di ghiaccio, presenti nella parte finale del percorso. Furono potenziati anche gli impianti radio di bordo, completati gli organici del personale, con elementi dotati di specifiche capacità e attitudini ad operare nelle situazioni climatiche e ambientali delle Regioni Artiche (5)

Furono inoltre imbarcati motori di ricambio, bombole d’idrogeno e materiale vario per il Dirigibile.
 

L’Aeronave “ITALIA” sorvola la Base Artica

L’Aeronave “ITALIA” si ormeggia sulla Base Artica

Come solitamente avveniva, in occasione di Campagne effettuate in zone geografiche particolari, alla Nave fu assegnato anche il compito di organizzare ed eseguire rilievi scientifici, oceanografici, geodetici, topografici e misurazioni del magnetismo terrestre.

Il 20 marzo la “CITTA’ DI MILANO”, salpò da La Spezia, diretta alle Svalbard.
Sostò per rifornimenti a Gibilterra, Plymouth, Bergen (11-18 aprile) e Tromso (22-28 aprile).
Il 2 maggio 1928 raggiunse la “Baia del Re” (6).
   

Busta con timbro speciale

 “R.N. CITTA’ DI MILANO – SPEDIZIONE ARTICA 1928”

Spedita dalla Baia del Re il 23 agosto 1928

Le rotte della “CITTA’ DI MILANO”

 

 
A causa dello spesso strato di ghiaccio, la Nave non poté ormeggiarsi alla Banchina. Questo causò al personale di bordo un aggravio di lavoro. Infatti, furono  costretti a sbarcare tutto il materiale facendo la spola dalla Nave all’hangar (appositamente installato per il ricovero dell’Aeronave), con le slitte e a forza di braccia, sotto uno sferzante vento glaciale.

In venti giorni, comunque, tutto il materiale fu sbarcato e furono approntate le sistemazioni per l’ancoraggio del Dirigibile, che giunse alla Base Artica della Baia del Re, il 6 maggio.

Il 24 dello stesso mese, Nobile con il suo Dirigibile, dopo avere raggiunto il Polo Nord, invertì la rotta per rientrare alla Base.

Il seguito della storia è nota.

 

I  protagonisti della Spedizione Polare Nobile

Busta “ESPRESSO”, con timbro speciale della  “CITTA’

  DI MILANO - spedita da bordo il 25 settembre 1928
 
Investito da un’improvvisa violenta bufera di vento e neve, avvolto in un’impenetrabile coltre di fitta nebbia, il Dirigibile, appesantito dal ghiaccio perse quota e si schiantò sulla banchisa.
Nell’impatto la navicella, con otto persone a bordo si staccò, mentre il Dirigibile, con il resto dell’Equipaggio ormai alla deriva, fu trascinato dal vento, nell’immensa distesa artica.
Dopo la caduta della navicella, le comunicazioni radio con la “CITTA’ DI MILANO” s’interruppero.
La notizia del naufragio fece subito il giro del mondo e si mobilitarono le ricerche dei naufraghi.
Fu una gara di solidarietà: sei Paesi misero a disposizione 18 Navi, 22 aerei e 1.500 uomini.

Dall’Italia partirono subito tre Idrovolanti, uno dei quali era pilotato da Maddalena, già Ufficiale Pilota della Marina (7).

La “CITTA’ DI MILANO”, liberatasi dalla morsa del ghiaccio, effettuò una ricerca fino a quando le condizioni meteorologiche lo permisero.

Il mattino del 7 giugno, la Nave intercettò il primo S.O.S., con la posizione della “tenda rossa”, entro la quale si erano rifugiati i superstiti.
Il 2° Capo Radiotelegrafista Biagi, aveva compiuto il prodigio, riuscendo con la precaria radio da campo, a trasmettere il segnale di soccorso.

Maddalena, imbarcato sul suo “S 55” il Capo Radiotelegrafista della “CITTA’ DI MILANO” Marsano, che portò con sé una radio portatile, decollò per cercare nell’immensa distesa di ghiaccio, la “ tenda rossa ”.

Furono loro ad avvistare per primi i sopravvissuti, ormai stremati dagli stenti ed al limite della sopravvivenza.
Prima di lasciare la zona, lanciarono sulla “tenda”, viveri, medicinali e canotti gonfiabili d’emergenza, idonei a contenere i naufraghi.
 

Fronte e retro della “raccomandata” spedita da Bergen il 24 settembre 1928, dal   2° Capo R.T.  Marsano, che   con Maddalena,

sull’Idrovolante “S-55”, avvistò   per   primo i superstiti della “tenda rossa”. Sul retro è riportata la firma autografa di Marsano

 
I canotti erano, in quel momento, indispensabili in quanto il ghiaccio della banchisa si stava, lentamente, sciogliendo.
Il 10 luglio il Rompighiaccio sovietico “KRASSIN” recuperò, per primi, Mariano e Zappi (8), i quali lasciata la tenda con il meteorologo svedese Malmgren, si erano avventurati a piedi, per tentare di raggiungere la Base e chiedere soccorso.
Poi prese a bordo i cinque superstiti rimasti ad attendere nella “tenda rossa” (9).
Il 22 luglio la “CITTA’ DI MILANO” lasciò momentaneamente la Baia del Re per sbarcare a Narvik i superstiti della spedizione, che successivamente, rientrarono in Italia via terra.
Ritornata alla Baia del Re, la Nave si trattenne in zona per continuare le ricerche dei sei uomini dispersi, trascinati dal Dirigibile alla deriva.
Quando le condizione meteorologiche peggiorarono, al punto da mettere in pericolo la sicurezza del bastimento, le ricerche furono abbandonate.

Fu l’ultimo atto del triste epilogo della Spedizione Nobile.

Oltre ai sei uomini dell’Aeronave, perse la vita il celebre Esploratore Polare norvegese Roald Amudsen (10), il quale precipitò con il suo aereo mentre, generosamente, si dirigeva a prestare soccorso agli sfortunati naufraghi dell’Aeronave “ITALIA”.
Il 15 settembre, dopo avere imbarcato tutto il materiale del deposito a terra e recuperato i gruppi di Marinai e tecnici, che erano stati sbarcati per le rilevazioni scientifiche, la “CITTA’ DI MILANO”, lasciò definitivamente i Mari Artici.

Il 20 ottobre si ormeggiò nell’Arsenale di La Spezia.

Dal rientro della Crociera Artica, all’entrata in guerra dell’Italia la Nave svolse la normale attività addestrativa.
Durante il 2° conflitto mondiale, la “CITTA’ DI MILANO”, fu adibita saltuariamente come Nave Trasporto sul fronte greco-albanese.
Il 9 settembre 1943, giorno successivo alla dichiarazione dell’armistizio, per evitare la cattura da parte dei tedeschi, la Nave fu affondata dal suo Equipaggio, nel porto di Savona, dove si trovava in quella data.
 
Note:
 
(1)   – Umberto Nobile (Lauro, Avellino 1885-Roma 1978). Generale dell’Aeronautica, Ingegnere Aeronautico. Nel 1926, partecipò alla Spedizione Polare dell’Esploratore norvegese R. Amundsen, sorvolando il Polo Nord con il Dirigibile “NORGE”, da lui costruito e guidato. Dopo lo sfavorevole giudizio espresso dalla Commissione d’inchiesta, sulla sua tragica Spedizione del 1928, si dimise dal grado e si trasferì all’estero. Fu riabilitato nel 1945;

(2)    – Tre Ufficiali di Marina, in precedenza, parteciparono a Spedizioni Artiche: . Eugenio Parent, nel 1872/73 sul “POLHEM della Marina svedese; . Giacomo Bove, nel 1878/79 sul “VEGA”; . Alberto De Rensis, nel 1882/83 sul DJMPHNA;

(3)    - Umberto Cagni (Asti 1863-Genova 1932), Ammiraglio ed Esploratore. Fu Senatore del Regno e Ministro. Nel 1928/29 fu Presidente della Commissione d’inchiesta sulla Spedizione dell’Aeronave “ITALIA” di Nobile;

(4)    – Presero parte alla Spedizione tre Ufficiali e un Sottufficiale di Marina (Capitani di Corvetta Mariano e Zappi, il Tenente di Vascello Viglieri e il 2°Capo Rt. Biagi);

(5)    – Imbarcarono 9 Alpini (un Ufficiale, due Sottufficiali e sei Soldati), due Ingegneri del Club Alpino Italiano, alcuni R Ricercatori (che dovevano collaborare con la Nave ai rilievi scientifici) e personale dell’Aeronautica;

(6)    – Nell’Arcipelago delle Svalbard, ad occidente dello Spitsbergen;

(7)     Umberto Maddalena (Bottrighe, Adria 1894-in Mare presso Marina di Pisa 1931). Pluridecorato al Valore. Fu uno dei primi Piloti della Marina. Transitò poi, nell’Aeronautica. Nel 1931 prese parte alla prima Trasvolata Atlantica con Italo Balbo. Nello stesso anno perì in Mare, precipitando con il Suo Aereo
(8)    – Il meteorologo svedese Malmgren, che era con loro, con i piedi congelati, rimase indietro e si sacrificò per non ritardare la marcia dei due;
(9)    – Nobile, ferito, fu recuperato in precedenza da un aereo di Soccorso svedese e dalla “CITTA’ DI MILANO”, continuò a coordinare le operazioni di soccorso:

(10)  – Roald Engelbert Amundsen (Borge, Norvegia 1872-Mare Polare Artico 1928). Esploratore Polare. Nel 1910 conquistò per primo il Polo Sud. Volò nel 1926 sul Polo Nord, con il Dirigibile “NORGE” costruito da Nobile. Lo stesso Nobile partecipò all’impresa.

 
Bibliografia:

 Ufficio Storico della Marina Militare: “ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE (1861-1995)”, 2^ edizione, Roma 1996; .”STORIA DELLE CAMPAGNE OCEANICHE DELLA R. MARINA”, Vol. IV, Roma 1960; - Berttrand Imbert, “ARTIDE E ANTARTIDE – La grande sfida dei Poli”, Universale Electa/Gallimard, Viaggi e Scoperte, Trieste 1993.