L'AFFASCINATE STORIA DELLE NOSTRE NAVI ATTRAVERSO I DOCUMENTI
POSTALI |
|
UN SALUTO DALLA REGIA
NAVE “LEPANTO” |
|
Immagini e articolo del C. Amm. Aldo Gabellone (Socio del Gruppo di
Taranto) |
|
|
La Regia Nave
LEPANTO (1), di
cui si parlerà in questo scritto, è stata protagonista dell’epilogo
della presenza continuativa della nostra Bandiera in E.O. |
La sua storia è, purtroppo, comune a
tante altre Unità, che sopravvissute alla guerra, assistettero
all’orgoglioso tramonto della nostra Flotta, dopo l’armistizio
dell’8 settembre 1943. |
|
|
|
La Regia Nave LEPANTO alla
fonda ad Han-kow, sullo Yang-tse-kiang
|
Retro della cartolina raffigurante la
Nave, con timbro postale della |
R. Nave LEPANTO, spedita da
Shanghai il 19 gennaio 1939 |
|
La R. N. LEPANTO fu impostata nel
1925 nei Cantieri Navali Riuniti di Ancona - Aveva un dislocamento a
pieno carico di 1040 tonn. - Era armata con 2 Cannoni da 102/35, 1
da 76/40 e 2 da 40 mm. Era inoltre dotata di sistemazioni per la
posa di 80 mine – La sua autonomia era di 1500 miglia a 15 nodi -
Equipaggio di 137 uomini compresi 9 Ufficiali. In servizio dal 1927
al 1943.
Il suo motto era: “IN HOC SIGNO VINCES” (2) |
|
Lontana dalla madrepatria, che non
rivide più, visse con i suoi uomini le drammatiche vicende che
sconvolsero il corso della storia del tempo. |
Al LEPANTO poi sono personalmente
legato affettivamente per le lunghe narrazioni fattemi,
nell’adolescenza, da un mio zio paterno, imbarcato sulla Nave in
quel periodo. Pacati racconti sulla vita di bordo, sull'operosa
attività svolta e dell’angosciante odissea seguita all’abbandono
della Nave. Episodi che mai lasciavano trapelare la reale
drammaticità delle azioni e dei fatti vissuti, come solo i
marinai, avvezzi alle difficoltà e ai rischi, sanno trasmettere. |
Nello scusarmi con il lettore per
questa mia divagazione, per nulla attinente alla storia di nostro
interesse, riprendo il filo prima interrotto. |
|
|
|
|
Cartolina ill. con timbro postale della R. Nave LEPANTO |
spedita da Shanghai il 17 maggio 1935 diretta a Torino via Siberia. |
|
|
La LEPANTO faceva parte di una
Squadriglia di Posamine di sei Unità (OSTIA, AZIO, |
DARDANELLI, LEGNANO, LEPANTO e MILAZZO.
Nel 1938 MILAZZO e DARDANELLI |
furono vendute alla Marina
Venezuelana. La AZIO fu trasformata in Nave Idrografica.), |
realizzate nei Cantieri di Monfalcone e
di Ancona, su progetto affidato dallo Stato
|
|
Maggiore al Generale. del Genio Navale Francesco Rotundi.
|
Nell’allestimento si tenne conto anche del loro probabile impiego
nei climi caldi delle Colonie africane, per il minamento offensivo
sulle rotte di transito del traffico marittimo e quello difensivo
nei canali d'accesso ai nostri porti. |
Entrò in
servizio nel 1926 e subito fu destinato ad operare nel Mar Rosso e
Oceano Indiano. Dall’ottobre del 1928 fu di “stazione” a Salonicco. |
L’11 novembre 1932, al Comando del Capitano di
Fregata Priamo Leonardi, lasciò l’Italia diretta in E.O.. |
|
|
|
Cartolina ill. con timbro postale della R. N. LEPANTO
spedita da Shanghai il 25 marzo 1936
|
Retro della cartolina ill.
spedita dalla R. N. LEPANTO il 25 marzo 1936
|
|
Durante la traversata
dopo alcune soste logistiche a Porto Said, Aden, Bombay e Singapore
seguì la rotta usuale per le navi di modesto tonnellaggio, che mal
sopportavano la furia dei monsoni imperanti lungo le rotte
settentrionali. |
Costeggiò le Filippine sostando a
Manila dove fu accolto da grandi festeggiamenti da parte della
nostra attiva comunità. |
Nel risalire verso le
acque cinesi incontrò una violenta mareggiata che costrinse la Nave
ad una forzata sosta “di puggiata” a S. Fernando (isola di Luzon) e
restare per due giorni “alla cappa” (3) presso Amoy. Infine superò
un improvviso tifone che mise alla prova le capacità di tenuta di
mare del battello e la perizia marinaresca del suo equipaggio. |
Il 10 marzo 1933
finalmente giunse nella rada di Shanghai. |
In Cina intanto s'era
consumata la conquista della Manciuria da parte dell’Esercito
giapponese che la condanna da parte delle Società delle Nazioni
aveva costretto ad attestarsi a ridosso della Grande Muraglia a nord
e lungo una linea “per parallelo”, che escludeva Pechino e Tien-tsin,
a sud. |
|
|
|
Fronte e retro
della cartolina spedita dalla R. Nave LEPANTO l’11
settembre 1936 da Tsing-tao
|
|
Nei territori ad ovest
invece bande d'irregolari comunisti, ben organizzate e armate,
sostenute dalla Russia e guidate da Mao-Tse-Tung, tenevano impegnate
le truppe governative cinesi di Chang-Kai Sheck. |
In questo clima di perenne, altalenante
e ripetitiva instabilità un regime di relativa calma regnava lungo
le valli dello Yang-tze e nei territori di Shanghai, prevalente
teatro operativo delle nostre Navi e zona d'interesse economico
della comunità italiana |
Altri episodi
significativi cui fu testimone e protagonista la nostra Nave, negli
anni 1933-35, furono: |
-la restaurazione, voluta
dall’occupante Giappone, della monarchia nel Manciukuò (nuova
denominazione della Manciuria nipponica) con l’incoronazione
dell’ultimo erede della dinastia Manciù, deposto con l’avvento della
Repubblica nel 1912; |
- la visita di Guglielmo Marconi alla
nostra comunità nel dicembre 1933; |
- l’incidente marittimo subito dalla LEPANTO, nella
notte tra il 9 e 10 ottobre 1934, mentre era alla fonda sulle rive
di Ki-chow (4) e
fu investito dal piroscafo inglese HOPECRAG per un'errata manovra di
quest’ultimo nel discendere il fiume. Fortunatamente la nostra Nave
riportò solo lievi danni nella zona prodiera. |
In Patria, nello stesso periodo,
s'acuiva la tensione con Francia e Inghilterra per l’approssimarsi
del conflitto con l’Etiopia, per la conquista dell’Abissinia da
parte dell’Italia e che ridusse la presenza navale in E.O. alle sole
LEPANTO e CARLOTTO (5). |
Nell'agosto 1937 la guerra
cino-giapponese riuscì finalmente a riunire i cinesi degli opposti
partiti, che fecero fronte comune contro gli invasori nipponici. |
Anche in queste drammatiche circostanze
la LEPANTO continuò ad assolvere la sua missione, intervenendo
prontamente al divampare dei pericolosi focolai che potevano
compromettere la sicurezza della nostra comunità. |
Per l’equipaggio della nostra Nave il
peggio s'ebbe con la dichiarazione dell’armistizio dell’8 settembre
1943. Per non consegnare la Nave ai giapponesi, ormai nostri
avversari, con un’azione tempestiva il Comandante, Capitano di
Fregata Vittorio Bacigalupi, ne ordinò l’autoaffondamento. Per
l’equipaggio fu l’iniziò della drammatica odissea per il rientro in
Patria. |
Recuperato dal fondo del mare e rimesso
in efficienza fu requisito dai giapponesi come preda bellica e
incorporato, nel febbraio 1944, in quella Marina con il nome
OKITSU. |
L’ultimo atto della LEPANTO si concluse
nell’agosto del 1945, al termine delle ostilità, quando passò alla
Marina Cinese che ribattezzò YEN-NING. |
Trasferito a
Formosa con la Flotta Nazionalista, restò in servizio fino al 1956,
anno in cui fu radiata |
|
Concludo questo mio scritto mostrando
un originale “Ricordo della Campagna in Estremo Oriente”,
con la raffigurazione della R. Nave LEPANTO. |
Esso è tutto finemente ricamato su seta
da pazienti ed abili mani di giovani donne cinesi. Il prezioso
ricamo fu donato, in segno d’affetto, dalla comunità italiana di
Shanghai agli Ufficiali e Sottufficiali imbarcati sulla LEPANTO. |
|
La Regia Nave “LEPANTO” |
Ricamo donato dalla comunità
italiana ai Marinai della Nave |
|
Dopo l’armistizio e lo schieramento
dell’Italia con gli alleati anglo-americani, l’Equipaggio fu
internato nei duri campi di prigionia giapponesi. |
Tutti gli oggetti
personali furono requisiti ma prontamente restituiti al momento del
rimpatrio, che avvenne con un Piroscafo, battente bandiera italiana,
appositamente noleggiato |
|
|
Note: |
|
(1)
– Dal nome della
cittadina greca, fra il Golfo di Corinto e quello di Patrasso. Entrò
nella storia perché nella notte del 7 ottobre 1571 avvenne la famosa
Battaglia navale tra la Flotta Cristiana (costituita per volere del
Papa Pio V e formata da Galere Veneziane, Spagnole, Pontificie,
Maltesi, Genovesi e dei Savoia, con a bordo 34.000 soldati e 13.000
Marinai), sotto il Comando di Don Giovanni d’Austria contro la più
potente Flotta Turca comandata dal Grande Ammiraglio Alì Pascià. La
vittoria cristiana fu schiacciante (50 galere turche furono
affondate e 117 catturate. Con quella vittoria fu arrestata
l’espansione ottomana in Europa; |
(2)
– Frase che compare all’apparizione
della Croce all’Imperatore Costantino. Fu ricamata sullo stendardo
della Nave Ammiraglia della Flotta Cristiana, alla Battaglia di
Lepanto; |
(3)
- Manovra che consente ad una nave
di temporeggiare in sicurezza il passaggio del fortunale.
Generalmente la nave si mette “alla cappa” prendendo il mare di
prora o al mascone, manovrando le macchine a lento moto quanto
basta per governare; |
(4)
- Cittadina lungo le sponde dello
Yang-tse, fra Shanghai e Han-kow; |
(5)
- Vds “MARINAI D’ITALIA n. 1/2,
gennaio-febbraio 2007. |
(6)
- Dopo il Comandante
Leonardi, nel gennaio 1937, assunse il Comando della LEPANTO il C.F.
Enrico Baroni, che divenne anche Comandante Superiore Navale in
Estremo Oriente. |
|
|
|
|
|