Filatelia
 
L'AFFASCINATE STORIA DELLE NOSTRE NAVI ATTRAVERSO I DOCUMENTI POSTALI
 
Un saluto dalle Regie Navi " STAFFETTA" e " MAGNAGHI "
 
 
Immagini e articolo del C. Amm. Aldo Gabellone (Socio del Gruppo di Taranto)
 
 

Questa volta, aiutandoci con alcuni originali documenti postali, si parlerà dell’infaticabile e sconosciuta opera di alcune nostre vecchie Navi Idrografiche, in particolare delle Navi STAFFETTA e MAGNAGHI.

Attraverso l’attività di queste Navi l’Ufficio Idrografico della Marina, ha prodotto e mantenuto aggiornata tutta la documentazione nautica, indispensabile al navigante per rendere sicura la navigazione.
Quella delle nostre Navi è un’opera oscura, faticosa, fatta di estenuanti “pendolamenti” lungo coste e scogliere, per scandagliare fondali, rilevare profili di costa, punti cospicui, campi magnetici ed altri innumerevoli dati, che valorizzati venivano resi leggibili sulle carte nautiche e portolani.

Iniziamo ora, a vedere più da vicino la Regia Nave STAFFETTA (1).

Il Regio Avviso STAFFETTA 

 
Fu progettata dall’Ispettore del Genio Navale Pucci. Impostata nel
1873 presso i Cantieri Navali Ansaldo di Genova, varata nel 1876 e
completata nel 1877 – Aveva un dislocamento a pieno carico di 1.800
tonnellate – L’apparato di propulsione principale era costituito da 2
caldaie a vapore ed una motrice alternativa della potenza di 1.700

C.V., che assicurava alla Nave la velocità di 12,5 nodi – L’autonomia

era di 2.037 miglia alla velocità di 9 nodi – L’armamento era formato
da 4 cannoni da 120 ed 1 Tubo Lanciasiluri – Inizialmente il suo
Equipaggio era costituito da 155 uomini (compresi 12 Ufficiali).
Dopo la trasformazione a Nave Idrografica fu potenziata la
tabella degli Ufficiali di Stato Maggiore.
   
Classificata “Avviso”, il suo impiego operativo doveva essere quello di “avvistamento” e segnalazione della composizione delle Forze Navali nemiche.
Posta in posizione avanzata, lungo la direttrice di marcia del Dispositivo Navale, doveva, sfruttando la sua velocità e manovrabilità, muoversi per proteggere dall’offesa le Unità Maggiori, costituendo di fatto la “prima linea” dello spiegamento.
Il nome trae le sue origini dal corriere a cavallo, chiamato “staffetta” compito che normalmente era svolto da un Ufficiale Inferiore o Sottufficiale, giovane e robusto cavalcatore. Questi, cambiando cavallo di posta in posta, sempre col piede “nelle staffe”, portava ordini e dispacci di avvistamenti e ai Generali di un’Armata e da questi ai Comandanti dei Reparti subordinati schierati sul campo di battaglia (2).

 

 

 

Fronte   e   retro   della   cartolina   con  il  timbro   postale   della

  STAFFETTA – Spedita da El Kassara Suez il 27 novembre 1912.

 
 
La progettazione della STAFFETTA (e della RAPIDO), fu voluta dall’allora Ministro della Marina Ammiraglio Saint Bon, nell’ambito del programma di ammodernamento della Flotta.  La decisione di costruire gli “Avviso” fu contestata in sede Parlamentare e negli ambienti della stessa Marina, che ritenevano più idonee, a fare svolgere i compiti previsti per queste Unità, alle Cannoniere, meno costose nella realizzazione e più economiche nella gestione.
L’Avviso STAFFETTA, per quanto ben progettato e costruito, non rispose pienamente ai requisiti operativi per i quali fu concepita, a causa della limitata velocità che poteva sostenere. Velocità, che pur risultando adeguata in fase di progettazione, si dimostrò insufficiente alla sua entrata in servizio.

Come succedeva spesso nel campo delle costruzioni navali, l’evoluzione tecnologica procedeva ad una “velocità” superiore a quella dei tempi di realizzazione del progetto.

Però, nonostante quelle limitazioni, la STAFFETTA svolse un eccellente e prolungato servizio oltremare nei compiti di Nave Coloniale prima ed Idrografica poi.

 

Cartolina spedita dalla R. Nave STAFFETTA il 3 settembre 1906

da Zanzibar durante la Campagna Idrografica 1907-1909

 
Il suo nome è rimasto legato ai tragici eventi di Lafolé, in Somalia, dove la
notte fra il 25 e 26 novembre 1896 il Comandante della Nave Maffei, insieme
a quello della R.N. VOLTURNO Mongiardini e altri Ufficiali e Marinai delle due
Navi, mentre stavano svolgendo una missione diplomatica (3) e d’esplorazione
lungo il corso del fiume Uebi Scebeli, caddero in un’imboscata, tesa da una
tribù ribelle e barbaramente trucidati.
Tra le altre attività, svolse una intensa campagna per conto del nostro
Ministero degli Esteri.
Il contributo della Nave e del suo Equipaggio fu determinante nelle trattative
per il passaggio sotto la sovranità italiana di alcuni importanti porti del Sultanato di Zanzibar (4).
Quasi tutta la sua vita operativa, la STAFFETTA, la trascorse nei mari somali, sostando in tutti i sorgitori del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano.

Dopo la sua trasformazione in Nave Idrografica, ritornando in quei luoghi, fornì un altro efficace e fattivo contributo nella compilazione di tutta la documentazione nautica delle coste dell’Africa Orientale, fin’allora scarsamente segnalate anche nella cartografia estera.

Si ritiene doveroso comunque segnalare al lettore due importanti avvenimenti vissuti in precedenza dalla Nave e dal suo Equipaggio: “la circumnavigazione del globo, effettuata dall’aprile 1878 al marzo del 1879 ed il trasferimento da Livorno a Londra di 10 milioni di Lire in Titoli, del debito pubblico dello Stato”.
 

Fronte e retro della cartolina spedita dalla R. NAVE  MAGNAGHI

Spedita il 6 febbraio 1915 da Beyrouth nel corso della sua prima Campagna Idrografica

 

Durante la guerra italo-turca combatté nel Mar Rosso.

Da Nave idrografica effettuò, nel Maro Rosso ed Africa Orientale, le seguenti Campagne:

. dicembre 1903 – giugno 1904;

. settembre 1907 – febbraio 1909;

. ottobre 1910 – maggio 1913.

Dal 12 a novembre 1912, quando fu spedita da bordo la prima cartolina esposta, la Nave si trovava in bacino di carenaggio a Suez, per eseguire piccoli lavori di manutenzione allo scafo.

La seconda cartolina, invece, fu spedita da Zanzibar, nel corso della terza Campagna Idrografica in Africa Orientale.
L’ultima volta che operò ancora in quei Mari, fu da novembre 1913 a giugno 1914, quando  fu costretta a rientrare in Patria perché gran parte dell’Equipaggio fu colpito da una grave epidemia di febbre malarica.
La Regia Nave STAFFETTA il 1° luglio 1914, dopo un lungo ed onorevole servizio, passò in armamento ridotto per essere radiata dai Quadri del Naviglio Militare dello Stato.
Ma, anziché essere demolita, riprese di nuovo il Mare per trasferirsi a La Maddalena e finire i suoi giorni come Nave Caserma per gli Equipaggi dei Sommergibili dislocati in quella Base.
La MAGNAGHI (5), invece, fu progettata per svolgere i compiti di Nave Idrografica.
 

La R. Nave Idrografica “AMMIRAGLIO MAGNAGHI”

 
La R. Nave Idrografica “AMMIRAGLIO MAGNAGHI”, classificata Nave Sussidiaria di 3^ classe, fu impostata nel 1913 nei Cantieri Navali Odero di Sestri Ponente, varata un anno, dopo ed entrò in servizio il 16 novembre 1914 – Aveva un dislocamento a pieno carico di 2.111 tonnellate – Velocità 13,5 nodi Armata con 4 cannoni da 76/40 e 1 mitragliera da 6,5 mm. – Equipaggio di 159 uomini, compresi 12 Ufficiali.

 

La Nave era dotata delle sistemazioni logistiche e laboratori per i ricercatori, che imbarcavano in occasioni delle Campagne Idrografiche.
Funzionalmente alle dipendenze dell’Istituto Idrografico della Marina (6), provvedeva per esso, alla raccolta dei dati scientifici di interesse, lungo le coste e Mari nazionali.
La MAGNAGHI partecipava inoltre, insieme alle Unità similari delle altre nazioni, a Campagne Idrografiche internazionali.
I dati raccolti, integrati con quelli pervenuti dagli altri Istituti esteri, analizzati, elaborati e valorizzati, servivano per la compilazione e l’aggiornamento della cartografia nautica, che veniva messa a disposizione e fornita a tutti i naviganti.
Tre mesi dopo l’entrata in servizio la MAGNAGHI effettuò la sua prima Campagna Idrografica nel Mare Egeo, sostando in alcuni porti del Mediterraneo Orientale.

Iniziata ai primi giorni di gennaio 1915, terminò la l’attività di ricerca per l’avvento della 1^ Guerra Mondiale. In quella, pur breve Campagna, iniziò una serie di rilevazioni topografiche, dei fondali, delle correnti, nonché misurazioni del magnetismo terrestre, lungo le coste e Mari delle isole del Dodecanneso.

 

Cartolina con il timbro postale della R.N. MAGNAGHI

spedita da Aden il  9 febbraio 1938  nel corso di una Campagna Idrografica nel  Mar Rosso

 
La prima cartolina della MAGNAGHI, spedita da Beyrouth il 6 febbraio 1915, si riferisce a quella Campagna. Durante la guerra 1915/18 svolse, prevalentemente, servizio nelle Colonie e in operazioni di scorta ai convogli. Saltuariamente, nel ruolo di Cannoniera, pattuglio lungo le nostre coste adriatiche.

Al termine del conflitto, riprese la sua normale attività, che richiese un grande impegno, per recuperare i quasi quattro anni di mancato aggiornamento della documentazione nautica.

Nel 1925 portò a termine i rilievi topografici in prossimità delle foci dei fiumi e le misure gravimetriche lungo tutte le coste nazionali.
Nel 1927 e 1928, la Nave svolse intense ed impegnative Campagne Idrografiche nelle Colonie, in particolare effettuò ricerche sulle correnti, sulla flora e fauna marina e di meteorologia  nel Mar Rosso e coste somale.

Con l’ausilio delle Navi Stazionarie (7), il team di ricercatori condusse laboriosi studi astronomici, per il completamento e l’aggiornamento delle Effemeridi Nautiche (8).

Nei primi anni ’30 effettuò misurazioni e rilievi topografici ed astronomici nel Golfo della Sirte.
Fino alla vigilia del 2^ Conflitto Mondiale, le Campagne della Nave si alternarono tra i Mari nazionali e quelli dei nostri possedimenti.
 

La Nave MAGNAGHI attualmente in servizio

 
Allo scoppio della guerra, la MAGNAGHI, con il suo modesto armamento, fu impiegato nella
scorta dei convogli tra la madrepatria e le colonie.
Naturalmente la sua attività per l’Istituto, non cessò del tutto.
Nelle pause fra una missione e l’altra continuò a raccogliere dati per mantenere aggiornate,
per quanto possibile, le pubblicazioni nautiche.
Curò particolarmente e con continuità la cartografia “riservata”, relativa ai canali d’accesso
dei porti e dei campi minati difensivi.
Alla dichiarazione dell’armistizio, il 9 settembre 1943, fu catturata dai tedeschi ma non fu da

questi impiegata.

Nel maggio del 1945, dopo la liberazione, fu trovata affondata vicino la diga esterna dell’Arsenale di La Spezia. Lo stesso anno fu radiata dai Quadri del Naviglio da Guerra.
Attualmente è in servizio la terza Unità, che porta il nome dell’Ammiraglio Magnaghi (9).
Entrata in servizio nel 1975, è dotata delle più moderne apparecchiature scientifiche per le ricerche idro-oceanografiche.
Benché quasi tutte le moderne Navi dispongano di sofisticati strumenti di ausilio alla navigazione (“Sistemi automatici di Comando e Controllo”, “Pilota automatico”, “G.P.S.: Global Positioning System”, ecc.), che forniscono in “tempo reale” la posizione della Nave, il percorso effettuato, le rotte da seguire, consigli sulle manovre cinematiche più idonee, per evitare collisioni ed abbordi in mare, ecc., l’opera delle Navi Idrografiche è indispensabile per mantenere costantemente aggiornate le pubblicazioni nautiche. Pubblicazioni, che rappresentano il sicuro punto di riferimento e costante guida per il navigante, nell’esercizio della difficile arte di “andare per mare”
 
Bibliografia:
(1)     – Ufficio Storico della Marina Militare:
 “ALMANACCO STORICO DELLE NAVI MILITARI ITALIANE (1861-1995)”, Roma 1996;
 “TUTTE LE NAVI MILITARI D’ITALIA (1861-1986)”, Roma 1987.
 
Note:
(1)     – Hanno portato il nome STAFFETTA tre Unità della nostra Marina: una goletta del 1961, l’Avviso protagonista di questo articolo ed un’altra Nave Idrografica del 1953;
(2)     – Celebre “Staffetta” fu un dragone francese, che nei primi anni dell’800, in sei giorni da Parigi a Napoli, portò a Murat un importante dispaccio del Principe Ereditario;
(3)     – Oltre ai compiti di esplorazione la Spedizione doveva raggiungere la località Gheledi per incontrare il Sultano del luogo e allacciare rapporti diplomatici e commerciali;
(4)     – I porti di Brava, Merca, Mogadiscio e Uarsciek;
(5)     – Vice Ammiraglio Giovanni Battista Magnaghi (Pomello –Pavia 1814 – Roma 1902). Creò l’Istituto Idrografico della Marina, che diresse dal 1872 al 1888. Medaglia d’Oro di 1^ Classe dei Benemeriti delle Scienze Navali. Membro dell’Accademia dei Lincei. Per i Suoi studi ed invenzioni di strumenti nautici (Bussola con “rosa” galleggiante, Circolo a riflessione, Cerchio Azimutale, Correntometro, ecc.), fu premiato con la Medaglia d’Oro al Congresso Geografico del 1875 a Parigi. Rappresentò alla Camera dei Deputati il Collegio di Taranto, dal 1897 alla Sua morte;
(6)     – Dalla sua costituzione, l’Istituto Idrografico della Marina ha la sua sede a Genova, nei locali dell’ex Forte San Giorgio;
(7)     – Collaborarono con la MAGNAGHI le Cannoniere CARIDDI e GARAVOGLIA, due pescherecci acquistati dal Giappone e trasformati in Cannoniere e Navi Idrografiche;
(8)     – Le “Effemeridi Nautiche” contengono dati e formule, che aiutano il navigante nelle osservazioni astronomiche e nei calcoli per determinare la posizione geografica della Nave;
(9)     – La seconda Nave a portare il nome dell’Ammiraglio Magnaghi fu la Corvetta, ex ALABARDA, già LARNE, già ERITREA.